Descrizione
Alessio Bondì è un autore di razza, la sua scrittura è meticcia: nasce da radici folk e si mescola con i ritmi contemporanei e il suono esotico della lingua natìa, il dialetto palermitano. Un autore dal sangue misto, insomma, che non a caso è stato definito una via di mezzo tra Rosa Balistreri e Jeff Buckley. Tra i temi più ricorrenti del suo lavoro ci sono l’infanzia, il racconto della terra lontana, la nostalgia. Da qui nascono le ispirazioni che compongono l’album, le suggestione letteraria o i ricordi d’infanzia come nel caso di “Granni granni”: “come si faceva da bambini, quando si sceglieva un posto dove custodire le cose più segrete, con questo brano anche io ho costruito una capanna per mettere al riparo quello che ho di più sacro, la mia prima bici, i cucchiai di legno, un litigio, le mie voragini” . C’è l’invettiva del giovane artista che lotta per trovare i propri spazi (“Iccati sangu”) ma anche per squarci di vita privata (“Rimmillu ru voti”), che ha scelto di incidere su “nastro” a modo suo: “È la canzone più intima che ho scritto, un’emozione fortissima mi percorre ogni volta che la suono. L’ho registrata in studio durante una sessione pomeridiana, da solo, con chitarra, voce e armonica. Dopo questa non abbiamo voluto registrare più nulla”. I brani che compongono l’album, pur diversi tra loro, si caratterizzano per la cifra stilistica dell’autore oltre che per la naturalezza della sua interpretazione: se in “Vucciria”Bondì ci regala una perfomance formidabile con un irripetibile testo ad un ritmo folle, nella ballad “In funn’o mare”, da una melodia strascicata riesce a far sbocciare un inciso leggero e lirico, una fuga verso l’alto come la fuga dalla realtà che ne ha ispirato il testo: “durante una notte in spiaggia, improvvisamente la luna venne coperta da un’enorme nuvola. Pensai di trovarmi in fondo al mare con un galeone a volare sopra la mia testa”. Ma è nella titletrack “Sfardo” che si sintetizza il talento di Bondì, è il punto di partenza inarrivabile, le prime liriche in dialetto scritte da Alessio che svettano contro le melodie irraggiungibili della sua voce: “da un rivolo è uscito il mare”.
Tracklist:
“Di cu si”
“Wild Rosalia”
“Granni Granni”
“In funn’o mare”
“Vucciria”
“Rimmillu ru’ voti”
“Es mi mai”
“Sfardo”
“Iccati Sangu”
“Un pisci rintr’a to panza”
MALINTENTI DISCHI è un’etichetta discografica indipendente palermitana. Nasce a Palermo nel settembre del 2008, e da allora ha firmato album di artisti di grande valore – tra cui Nicolò Carnesi, Oratio, Toti Poeta, Donsettimo, Akkura, Pan del Diavolo – ed è diventata casa per un gruppo di talenti emergenti e autentici, tra i quali Omosumo o Persian Pelican, sponda per artisti d’oltreoceano come Domenico Lancellotti o esordi di qualità come Alessio Bondì o Bettibarsantini, la band formata da Marco Parente e Alessandro Fiori.
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